Da un anno il costo per chi attiva un mutuo è aumentato in modo significativo
I tassi della BCE influenzano le condizioni a cui le banche prestano il denaro: semplificando molto, è la Banca Centrale Europea a fornire liquidità alle banche e da mesi sta applicando tassi di interesse più alti; in più le banche possono depositare il loro denaro nelle casse della BCE, ricevendo in compenso un tasso di interesse sui depositi. È soprattutto questo che condiziona il mercato del credito: le banche applicheranno sempre tassi maggiori di quello sui depositi della BCE per garantirsi un guadagno aggiuntivo, altrimenti converrebbe tenere i loro soldi fermi presso la banca centrale invece di prestarli. Se il tasso sui depositi aumenta le banche, il cui business è proprio prestare denaro, aumenteranno a loro volta gli interessi sui prestiti che erogano per far sì che rimanga la convenienza a fare credito.
Inoltre è presente un’anomalia di mercato. Oggi i mutui a tasso variabile costano di più di quelli a tasso fisso, esattamente il contrario di quanto succede in tempi normali: i mutui a tasso fisso si trovano anche con interessi intorno al 3,5 per cento, mentre quelli a tasso variabile non scendono mai sotto il 4. È vero che costano meno, ma allo stesso tempo sono molto più onerosi rispetto alla media degli ultimi anni: c’è quindi meno richiesta, mentre è più alta quella per i mutui a tasso variabile, dato che in generale ci si aspetta che prima o poi i tassi cominceranno a scendere.
Per chi ha già un mutuo è il momento di chiedersi se è possibile attivare la surroga. Per chi invece sottoscrive oggi un nuovo mutuo, il suggerimento è quello di verificare prima con la banca o il proprio consulente, quale importo è sostenibile, prima di formalizzare una proposta di acquisto.
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