Carenza di microchip

da | 8 Feb, 2021 | News, scenario economico | 0 commenti

Da dicembre dell’anno scorso in alcuni settori produttivi scarseggiano i microchip, i componenti necessari per il funzionamento di computer, smartphone e praticamente ogni apparecchio elettronico: i principali produttori globali faticano a stare al passo con la domanda del mercato.

Per ora questa carenza globale di microchip (o soltanto chip) ha colpito quasi esclusivamente il settore automobilistico, dove sono essenziali per il funzionamento di moltissimi elementi non meccanici di un’automobile, dal computer di bordo ai sensori di parcheggio.  Molte aziende famose (es.Apple) in realtà progettano solo microchip, mentre la produzione è affidata a terzi, meno noti.

A dicembre i primi segnali di sofferenza

A dicembre, nel giro di poche settimane, praticamente tutte le importanti case automobilistiche avevano annunciato ritardi e rallentamenti nella produzione a causa della carenza di chip.

 La maggior parte delle case automobilistiche, per tenere i costi bassi, di solito mantiene un inventario molto ridotto di componenti: il modello di business (che si chiama “just in time supply chain”) prevede che si acquisti quasi esclusivamente ciò che serve per la produzione già programmata, con margini molto ristretti.

Per questo, quando la domanda è molto aumentata nella seconda metà dell’anno scorso, le case automobilistiche che venivano da un periodo di produzione quasi ferma si sono trovate con un inventario insufficiente, e sono corse a fare ordini massicci di microchip, tra le altre cose. A quel punto, però, le aziende che li producono si trovavano già al limite della loro capacità produttiva, perché molti altri settori (per esempio i produttori di computer, o di server per i servizi cloud) avevano avuto simili aumenti della domanda, e avevano fatto moltissimi nuovi ordini.

Altri problemi produttivi negli anni ’80

Non è la prima volta che nel mondo ci sono carenze di microchip, anche se l’ultima davvero grave fu alla fine degli anni Ottanta. In seguito, le crisi sono state provocate da eventi catastrofici, come il terremoto in Giappone del 2011, che danneggiò gravemente alcune fabbriche. Dopo quell’evento, la casa automobilistica giapponese Toyota decise di espandere il suo inventario di componenti, e grazie a quella decisione oggi è una delle case automobilistiche che hanno avuto meno rallentamenti nella produzione.

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